Categorie
Opinioni

Mauro Gaggini – Besso, LaPosta ed il declino del gigante giallo

C’era una volta, accanto alla stazione di Lugano, un moderno palazzo di proprietà dell’allora regia federale PTT. 

Si trattava del più importante ufficio postale del luganese dove quotidianamente venivano smistate migliaia di lettere e pacchi e con costruttiva collaborazione con le FFS, il tutto veniva trasportato nel pieno rispetto ambientale su rotaia.

Il servizio per gli abitanti del quartiere di Besso era garantito da numerosi sportelli (sempre coperti) e da funzionari competenti.

Con l’andare degli anni le cose sono inesorabilmente peggiorate, gli uffici postali sono stati trasferiti e gli sportelli diminuiti e mai aperti nella totalità, l’atrio trasformato in una specie di bazar dove vengono venduti gli articoli di ogni tipo.

Il moderno palazzo venne abbandonato e lasciato in desolante degrado perché i centri di smistamento vennero delocalizzati in aree industriali e il tutto viaggia su inquinanti autocarri.

Gli attuali laureati manager dell’azienda, probabilmente con disturbi d’insonnia, cosa possono fare per passare la notte? Pensano. Ed ecco che nella loro testa partoriscono idee geniali, come quella

di relegare l’ufficio postale di Lugano Besso in un’angolo di una farmacia e perdipiù totalmente priva di parcheggio.

Pur tralasciando l’infelice ubicazione, i problemi nascono dalla totale incompetenza del personale,  però per pratiche leggermente più complesse dell’acquisto di un francobollo, gli utenti vengono invitati a rivolgersi alla Posta(?) chiaro, perché chi sta dall’altra parte dello sportello di formazione è farmacista(???).

Sono sicuro che qualquno almeno una volta si sia posto la domanda di come può un’azienda, dove la confederazione è azionista di maggioranza, in questi difficili momenti anziché promuovere una politica keynesiana, si accanisca a dispensare disservizi agli utenti e sempre più precarie condizioni di lavoro ai propri dipendenti.

Da alcuni anni La Posta non offre più contratti al 100% ma assume solo personale al 80/90% e i collaboratori sono costretti a massacranti turni di lavoro accumulando un numero spropsitato di straordinari compensati con ore di libero.

Questa scellerata strategia aziendale oltre a generare montagne di lamentele tra gli utenti non aiuta certo a rissolevare un sempre più precario mercato del lavoro nazionale.

Sono convinto che un giovane padre di famiglia preferirebbe avere un sano contratto al 100% ed incassare qualche franco in più di stipendio, anzichè di uno a tempo ridotto con turni improponibili e compensi vacanze scelti dal datore di lavoro, oppure, perché non permettere a disoccupati ultra cinquantenni di reinserirsi nel mondo del lavoro? Queste soluzioni, oltre a migliorare la condizioni di moltissime famiglie, permetterebbero alla confederazione ed agli enti pubblici di risparmiare molti denari che andrebbero a finire in programmi a sostegno all’occupazione.

Purtroppo alla testa del gigante giallo i manager pensano solo a riempirsi le tasche infischiandosene di rappresentare uno degli ormai ex- simboli della perfezione svizzera anzi per completare l’opera hanno pensato di mettere alla testa dell’azienda il sig. Cirillo, di note origini campane, con un bellissimo curriculum vitae ma con nessuna esperienza nel ramo postale e poi ancora ci domandiamo perche le cose sono in eterno peggioramento? Un bel sig. Müller attintente da Thalwil cresciuto in azienda sicuramente avrebbe messo a disposizione la sua esperienza pratica e non teorica in favore di utenti e collaboratori. Ma in fondo per La Posta una bella laurea alla Columbia Business School di New York fa più figo, tanto dei clienti, chi se ne frega!!!

Mauro Gaggini
Candidato al Consiglio Comunale