Nel corso di questa settimana vi è stato l’ennesimo vile attacco al nostro compianto sindaco Marco Borradori da parte di ignoti, che ancora una volta hanno dimostrato tutta la loro pochezza. Sulle colonne di cemento depositate fuori dall’ex macello è infatti apparsa una scritta «il molino vive, Borradori no».
Questa frase non fa che confermare che qualsiasi tipo di dialogo con queste persone non può essere fatto.
Lo stesso giorno anche Michele Foletti è stato oggetto di minacce verbali da parte di una giovane ragazza che gli ha dato addirittura del fascista.
Di questi fatti la cosa che più mi lascia l’amaro in bocca è la totale assenza di comunicati o prese di posizione da parte di quei partiti che sin dal principio si sono schierati apertamente in difesa dei molinari (PS e verdi su tutti) e che hanno denunciato il municipio e lo hanno tempestato a suon di interpellanze nell’ultimo anno su questa tematica.
Sono proprio loro che a mio avviso avrebbero dovuto presentare al Municipio di Lugano degli interlocutori per una possibile discussione sul tema dell’autogestione. Ad oggi abbiamo solo visto il tentativo di mediazione in occasione dell’ultima occupazione illegale di dicembre con la ragazza sul tetto.
Ma come si può restare indifferenti davanti a queste parole? Come si può difendere chi non ha alcun rispetto nemmeno per i defunti? Io sono davvero senza parole. Ma per tutto l’affetto che provo per Marco non posso rimanere in silenzio.
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